Sempre parlando di cene disinvolte ma eccellenti, diamo una rapida occhiata alla tavola.
Già da come è apparecchiata si capisce il carattere della padrona di casa. La nostra ospite tipo, come abbiamo già visto, ama invitare gli amici almeno una volta la settimana, otto o dieci persone, un numero giusto per potersi organizzare al meglio senza l’intervento di personale di servizio.
Come nella compilazione del menu, anche nell’apparecchiatura è molto creativa e cerca di eliminare o sostituire tutto quello che può rendere più faticoso e meno piacevole il ricevere. I tovaglioli, per esempio, ai quali ha applicato lo stesso principio dei fazzoletti: sono molto più igienici ed ecologici (e anche comodi, aggiungo io) gli “usa e getta” piuttosto di quelli in prezioso tessuto ricamato.
Ha sdoganato, quindi, l’uso dei tovaglioli di carta, ma a patto che diventino un punto focalizzante della tavola. Per intenderci: a patto che siano insoliti, usati in modo originale e che tutti dicano “ma che bella idea!”.
La ricerca dei tovaglioli è divertente. Ce ne vogliono due a testa, grandi e almeno a due o tre veli, di colori e disegni diversi. Quindi bisogna scovarli nei negozi specializzati e super riforniti di splendide cose di carta. Faccio un esempio: uno a righe larghe bianche e nere piegato in due a rettangolo e infilato nell’altro tovagliolo, nero e piegato a triangolo.
Oppure due piegati a triangolo e inseriti uno nell’altro, uno rosso e uno verde (vanno bene a Natale). Insomma, le possibilità non mancano.
Ovviamente, per giocare con i tovaglioli la tovaglia deve essere in tinta unita e non troppo vivace, possibilmente neutra, ecru, grigia, bianca, verde muschio. Proprio come quelle in vendita da qualche anno, di pesante lino plastificato su un lato, così che le eventuali macchie si possono comodamente togliere con una spugna bagnata.
E, con questo, l’apparecchiatura che non vi obbliga alla lavabiancheria oltre che alla lavapiatti è sistemata.
Un’ultima considerazione sul tavolo vero e proprio.
Bello, originale, antico o di design, ma, per favore, che sia allargabile, allungabile, moltiplicabile, se non volete trasformarvi periodicamente in un progettista falegname.
Come capita a me: quando alla famosa cena siamo più di otto persone (il che è facilissimo) sono costretta, con l’aiuto di due mezzelune e un rettangolo di compensato, viti e nastro adesivo, a declassare il mio splendido amato e appuntito Tulip di Saarinen a banalissimo tavolo ovale.
P.S.- Questo studio sui tovaglioli mi ha portato alla scoperta che la gente li usa pochissimo.