Se ci sono riuscita io, potete riuscirci anche voi. Questa volta si tratta della torta di riso e latte, chiamata localmente anche “crencaramel” (ph. Barbara Cardini), simbolo in Versilia dell’arrivo della bella stagione. Giallissima, grazie alle sue 12 uova, in armonia cromatica con il verde degli ulivi, quello dei pini e dei lecci, sprizza vitalità e buon umore. “Appena arrivi te la porto giù, al Forte dei Marmi”, mi dice Anna Luperi, nota per le sue qualità culinarie. A Levigliani, antichissimo paese di cavatori di marmo, ai piedi delle Apuane, fino agli anni ’70 c’erano due forni a legna, dove si andava a cuocere la torta per Pasqua. “Ci davamo i turni fino a mezzanotte” ricorda Anna. Ora c’è chi il forno a legna se l’è costruito in giardino e chi preferisce cuocere il dolce nella cucina di casa, ma la tradizione è sempre viva. Come quella dei mitici e rustici tordelli di carne, oggetto di diatribe irrisolte sul miglior pastificio della zona.
Su quest’argomento mi voglio sbilanciare: per me i migliori sono da Lavorini a Querceta, per il mio amico Aldo, sempre in contradittorio, da Lanè a Capezzano Monte e a Pietrasanta. C’è chi assicura di averli mangiati ottimi al Bar Pizzeria La Piazza a Strettoia. La gola profonda è l’architetto Tiziano Lera, inscindibile dal Forte, versiliese doc, naturalista e paesaggista, oggi alle prese con la ristrutturazione del Bagno Felice,”sarà un ponte tra il passato e il futuro”, annuncia, nel senso che la tradizione verrà rispettata, sostenuta da una tecnologia all’avanguardia, nascosta sotto la sabbia, quindi invisibile. Colori, profumi di fiori e erbe aromatiche, diversi di giorno e di sera, inebrieranno gli ospiti e chi si trova a passare di lì in bicicletta. Non solo. L’architetto Lera ha in programma una grande rosa dei venti in marmo policromo, dedicata anche ai ragazzi, per renderli consapevoli dell’habitat versiliese, dalle montagne, ai villaggi sulle colline, ai pesci, alla flora locale, fino alle isole sullo sfondo.
Il mare dialoga con le Apuane in un paesaggio verdissimo, ricco di storia, che ha conservato nei secoli la sua identità.
Il Monte Altissimo con Michelangelo, il Palazzo Mediceo di Seravezza, le pievi sparse qua e là sulle colline, la famosa Pietrasanta, gli antichi paesi di Pruno, Capriglia, Monteggiori, Camaiore o quelli rudi dei cavatori, così come le riproduzioni dei quadri di Carrà sui ponticelli del Forte, tutto fa emergere un passato di vita e di arte sempre vivo nel territorio. E’ l’altra Versilia, inscindibile dal luccichio del mare sullo sfondo. L’arte unifica mare e monti. Per fare un esempio attuale, la boutique Loro Piana a Forte dei Marmi ha invitato la galleria pietrasantina Susanna Orlando a esporre le opere di uno dei suoi artisti di punta, Giacomo Piussi, in occasione della presentazione della nuova collezione.
Il ritorno al Forte è un rientro a casa. Con la prospettiva di stimolanti novità.
La grande sorpresa di quest’anno è la gigantesca statua maschile in resina, alta circa sei metri, con le braccia protese verso il Palazzo Mediceo di Seravezza, opera dell’artista pietrasantino, Emanuele Giannelli. Il suo nome è Mr Arbitrium, dal latino scelta. Ci resterà fino a fine giugno, per passare poi in centro a Pietrasanta a luglio e agosto. L’opera esprime, come sempre le sculture di Giannelli, le problematiche dell’uomo contemporaneo, in dubbio se sostenere le tradizioni del passato, rappresentato dal Palazzo Mediceo, oppure liberarsene una volta per tutte, respingendo il monumento, patrimonio dell’Unesco.
Arte e impegno sociale sono l’essenza della vita di Emanuele Giannelli, che parecchi anni fa ha abbandonato la libreria di famiglia in centro al Forte per dedicarsi anima e corpo alla sua missione. Certo, il babbo, Giorgio Giannelli, giornalista e scrittore di grande spessore, all’inizio non l’ha presa bene, ma da chi Emanuele avrà ereditato la sua geniale creatività se non dal babbo?
Nei confronti di Giorgio Giannelli la Versilia ha un debito di riconoscenza. Dopo una carriera di giornalista a Roma, Giannelli, ormai vent’anni fa, è tornato nella casa di famiglia a Querceta, dove vive tuttora. Nella terra d’origine si è dato subito da fare. Ha creato il mensile Versilia Oggi, ma soprattutto ha scritto libri intramontabili, che raccontano con umorismo la storia del territorio e dei suoi abitanti. L’ultimo s’intitola “Il paese di Forte nacque così”, da non perdere assolutamente.
Se dovessi proseguire a parlare dei personaggi versiliesi di oggi, non finirei più. Dagli artigiani di Pietrasanta, a Antonio Barberi dall’inesauribile vena artistica, a Barbara Cardini, tennista per hobby e fotografa per professione, autrice della foto in apertura, scattata nel suo giardino di Strettoia, ognuno di loro è unico nel suo genere.
La pandemia ha contribuito a far emergere l’inventiva dei creativi. Si può parlare di resilienza, per dirla trendy. Per Michele Bertellotti (cell. 347.6189699) ex proprietario del bar Serendipity di Pietrasanta, è stata l’occasione per riflettere sulle potenzialità del suo verdissimo terreno a Pozzi, in mezzo agli ulivi, con vista sulle Apuane. È nata così la Valle degli Otti, un luogo del cuore, aperto agli ospiti, dove l’artista ha trasfuso la sua filosofia di vita, coniugandola con il food&wine. Coltiva senza pesticidi ortaggi e frutti, le galline producono uova azzurre, la casetta di legno sembra una wundercamera, mentre i suoi minipersonaggi sparsi nel verde ironizzano sulla vita. Qua e là tavoli home made invitano a sedersi per gustare il tagliere di specialità locali preparate da Michele.
Finalmente la ricetta, un inno alla fine del lockdown. A me è riuscita splendidamente anche grazie al caramello. Eventualmente si possono dimezzare le dosi, come indico sotto.
12 uova (6)
1 etto di riso Carnaroli (60gr)
un litro di latte(600ml)
9 cucchiai di zucchero (6 cucchiai abbondanti)
buccia grattuggiata di un limone
un bicchiere di cognac
Cuocere il riso, sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere il latte, la buccia di limone, il liquore e il riso freddo. Mescolare dolcemente e infornare a 170 ° per due ore e mezza, in modo che il riso si depositi sul fondo e lo zucchero si caramelli in superficie.
Comment *e’ vero il cibo è poesia golosa, cucinare, porgere il cibo alle persone che si amano è un’arte.
Tu Silvana sei colta indaffarata ma anche ai fornelli dedicata.
Sai scrivere con scioltezza e immediatezza, fai foto da premio Pulizer, tutto ciò che racconti tocca profondamente il cuore
Gabriella
Bravissima Comment *
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Grazie Loretta. Ci conosciamo?
Una panoramica sulla Versilia perfetta nella sua sintesi e molto utile in questo periodo per rilanciare spunti di turismo e vacanze. Senza contare che la torta di riso è una delle mie preferite.
Grazie ammetto è un gran piacere sentirsi apprezzati. Allora passi di qui?
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Come al solito i tuoi articoli sono appassionanti e vivaci. Bravissima!!!
Mariagrazia