Bologna è un po’ dappertutto.La mitica Piazza Maggiore è stata immortalata da Lucio Dalla, John Grisham l’ha scelta per il romanzo Il broker, Vasco Rossi ricorda il centralissimo Roxy Bar in Vita spericolata e via di seguito. Per non parlare dell’Università, la più antica d’Europa e dei tortellini, i migliori del mondo. Oggi, in un momento di crisi di lavoro, a renderla un pezzo forte del nostro paese è il suo inarrestabile spirito imprenditoriale. Ho toccato con mano quest’aspetto della città qualche giorno fa, in occasione dell’inaugurazione della Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro della Fondazione Mast (Manifattura di arti, sperimentazione e tecnologia),fantastico spazio polifunzionale con una Photo Gallery, dedicata, appunto, alla fotografia industriale.
A rendere unica la Biennale Foto/Industria del Mast, (www.fotoindustria.it), affascinante anche per non specialisti come me, è la possibilità di visitare 13 delle 14 mostre, in sedi diverse, nel centro della città. Ogni mostra, dedicata a un solo grande fotografo, racconta come l’autore percepisce il mondo del lavoro, come ne vede i cambiamenti dal passato a oggi. Dietro l’artista e la scelta della cornice, spicca la mano sapiente del direttore della Biennale, François Hébel.
Tra i miei preferiti, Josef Koudelka, celebre per aver immortalato nel 1970 l’invasione di Praga da parte dei carri armati sovietici. Al Museo Archeologico, in via dell’Archiginnasio, le sue immagini, solenni e spettacolari, raccontano la trasformazione del paesaggio causata dalla rivoluzione industriale. Mimmo Jodice, nella splendida cornice di Santa Maria della Vita, in via delle Clavature, testimonia le lotte dei lavoratori a Napoli e i progressi compiuti. Al MAMbo, il museo di arte contemporanea, il francese Vincent Fournier, in bilico tra finzione e realtà, porta in scena l’avventura spaziale, mentre Joan Fontcuberta, a Palazzo Boncompagni, ci introduce nel mistero di un giallo spaziale e Yukichi Watabe, in contrasto con la barocca cornice di Palazzo Poggi, porta il visitatore all’interno di un servizio di cronaca nera. All’Ospedale dei Bastardini, in via Massimo d’Azeglio 41, Carlo Valsecchi con Sviluppare il Futuro, utilizza forme geometriche per svelare la tensione verso il futuro e celare i segreti industriali.
Al Mast, in via Speranza 42, il demiurgo dell’immagine, Thomas Ruff, mi coinvolge con la mostra Macchina&Energia. All’esterno mi attende il grande Anish Kapoor, l’artista di origine indiana, una delle mie passioni artistiche. E’ lui in persona ad inaugurare Reach, un’opera da sogno, concava e convessa, dove l’imponente superficie a specchio dell’acciaio inossidabile riecheggia, nella sua dualità, l’immanente e il trascendente.
Le mie dritte per un weekend a Bologna
Passeggiare per il centro è un vero piacere: la città è simpatica, piena di giovani. Mi accompagna in giro la mia amica Donatella Luccarini, autrice della guida“Bologna al femminile”(Ed.Morellini). Tutto succede intorno a Piazza Maggiore, su cui si affacciano la Basilica di San Petronio e i più bei palazzi medievali della città. Presa dal fascino della città, mi ritrovo in imbarazzo nella scelta di osterie, ristoranti e bar. Donatella mi fa scoprire la Bottega Portici 2 Torri, in piazza di Porta Ravegnana, un locale trendy, tecnologico e tradizionale nello stesso tempo, appena aperto. Si gustano tortellini e tortelloni, fatti davanti agli occhi del cliente, serviti in ciotole di cartone, con qualche particolarità. Il prezzo, davvero conveniente: 12 euro, compreso il taglierino di salumi, e la possibilità di gustarli all’interno, sul terrazzo affacciato sulle due torri, oppure passeggiando per strada.
Il rito del tagliere
L’aperitivo per eccellenza, come dice Donatella, è quello con il tagliere di salumi e un bel bicchiere di Pignoletto. Ottimi sono il vecchio Tamburini, in via Caprarie 1, La Baita Vecchia Malga, via delle Pescherie Vecchie e, infine Pane Vino e San Daniele, a due passi da Piazza Maggiore.
I Mercati
Si acquista, ma si può anche mangiare al mercato. Lo sapevate? Al Mercato di Mezzo, in via Pescherie Vecchie, polo di eccellenza per l’enogastronomia locale, ci si può fermare nei vari ristorantini interni, come RoManzo, famoso per l’hamburger al tartufo, la Pescheria del Pavaglione, per piatti a base di pesce e il mitico forno Calzolari.
Non si può tralasciare il vicino e antico Mercato delle Erbe. Qui si va al Banco 32 per gli assaggi di pesce, a Vini &Sapuri per le bruschette marinare e da Polpette e crescentine, in stile street food.
Ristoranti
La scelta cade su Twinside, veloce e semplice, in via dei Falegnami, il Merlò, in via dè Gombruti, amatissimo dai bolognesi, cosi come Franco Rossi, citato da Grisham. Si prosegue con il ristorante Biagi, in via Saragoza 65, di antica tradizione, ma non si può tralasciare la tipica Trattoria della Santa, in via Urbana 7f e il grande Scaccomatto, in via Broccaindosso 63.” Ma neppure l’Osteria Bottega”, aggiunge Donatella.
Quanto alle osterie, meritano un passaggio l’Osteria al Sole, in vicolo Ranocchi, locale cult, dove si beve solo vino ed è benvenuto chi si porta il pranzo al sacco, così come la Cantina Bentivoglio, via Mascarella, dove si pranza alla grande e si ascolta musica.Per finire, mi sono lasciata tentare dalla Cremeria Funivia, in piazza Cavour. Il gelato è strepitoso.
E per dormire?
Niente di meglio del Grand Hotel Majestic già Baglioni, 5 stelle lusso, per alloggiare in sintonia con l’arte(grandhotelmajestic.duetorrihotels.com). Un hotel storico, nel cuore della città, che vanta interni affrescati dai Carracci e il Caffè Marinetti, dove l’artista fece, nel 1914, la prima mostra futurista. Ho goduto il piacere di un’ospitalità raffinata e nello stesso tempo calda, di una camera barocca e di un breakfast perfetto. Mi resta da provare il mitico ristorante Carracci, gestito dallo chef Claudio Sorti, tre forchette Michelin. Sarà per la prossima volta!
Brava Silvana mi hai fatto davvero venire la voglia di andare a Bologna!