Anni fa, quando i miei figli erano ancora piccoli, ogni tanto uscivamo a pranzo con i nonni, in occasione di qualche ricorrenza, onomastico, compleanno o, semplicemente, perché la nonna non aveva voglia di cucinare. Di solito la domenica, quando non si lavorava e scuola e asilo erano chiusi.
Una di quelle domeniche, quando Lavinia aveva all’incirca quattro anni, eravamo al solito ristorante e il cameriere aveva cominciato a recitare la lista dei piatti perché potessimo scegliere: arrosto, bollito, piccatina, cotolette, brasato, tagliata… Quando arrivò il turno della più piccola dei convitati, prima che io scegliessi per lei, il cameriere le aveva già chiesto: “E lei, signorina, che cosa preferisce?” Sotto i nostri sguardi incuriositi, Lavinia, travolta dalla timidezza come Cucciolo dei 7 Nani, di un rosa acceso fino alla radice dei capelli, gli occhi spalancati, azzurri e tremolanti come due laghetti, in un sospiro esalato come fosse l’ultimo, era riuscita a sussurrare la magica parola: “Piccatina!” Non sapeva nemmeno cosa fosse, ma il nome l’aveva colpita. Le piacque e la mangiò tutta. Ma soprattutto, da allora, la timidezza non ha più fatto parte del suo vocabolario.
In effetti, sia per il diminutivo che l’avvicina al mondo dei più piccoli o per qualsiasi altra fantasia, la Piccatina, fettine di vitello, succo di limone e prezzemolo fresco, è un piatto consolatorio: pochissimo tempo per prepararlo, poco tempo per cuocerlo, è leggero e di sicuro successo. Io lo uso moltissimo, soprattutto nelle cene organizzate all’ultimo momento o quando sono a corto di idee.
LA PICCATINA. Alla ricetta originale io, come di solito, ho apportato una correzione personale. Una piccola cosa che, però, l’ha resa insolita e sicuramente più gustosa. Per la mia piccatina, al posto delle scaloppine, io, del vitello, uso il sottile carpaccio, che cuocendo si arriccia un po’ e diventa morbidissimo, tanto da poter fare a meno del coltello. Infarino le fettine e le metto a cuocere a fuoco basso in una larga padella con olio extravergine di oliva. Le giro velocemente, le condisco con sale, un poco di pepe e le bagno con una spruzzata di vino bianco.
Aggiungo succo di limone (di uno o due limoni, dipende dai gusti e dalla quantità di fettine) e, per non farle diventare troppo asciutte, le bagno con qualche cucchiaiata di brodo, Va benissimo quello Star in tetrapack, che è un’altra di quelle scorciatioie salvapiatti che non dovrebbero mai mancare in cucina.Stendo le fettine in bell’ordine sul piatto da portata coperte dal loro sugo e servo subito.
Tempo totale, tra preparazione e cottura, 15 minuti.
I CONTORNI. La piccatina accetta la compagnia di tutte le verdure cotte, dal puré di patate, ai fagiolini in insalata, dalle zucchine trifolate, all’insalata belga in padella, alla caponatina (ottima quella surgelata di Picard), ai carciofi crudi con scaglie di grana, alle patatine al forno, agli spinaci saltati in padella.