Le mie giornate, soprattutto in tempo di Covid, sono scandite da momenti condivisi con i miei gatti: Arturo ed Otto.
La giornata inizia grazie ad Otto che è infallibile e puntuale più di qualsiasi sveglia esistente sul mercato (Alexa e Google Home compresi!).
Alle 7:10 salta sul letto e comincia a camminare in senso circolare, ogni tanto si ferma vicino al mio orecchio e comincia ad annusarmi e a toccarmi delicatamente con la zampa.
Cosa vuole? Ovviamente mangiare.
Con un occhio aperto ed uno ancora chiuso mi alzo e dico la parola magica “andiamo” …ad Otto si aggiunge anche Arturo e inizia un miagolio unico. In cucina già sono pronte le ciotole, diligentemente preparate la sera prima, insieme ad una bustina di cibo umido. Qualche secondo ed eccoli serviti e soprattutto quietati.
Una volta finita la loro e la mia colazione, si accomodano alle loro postazioni preferite. Otto sul trespolo in salotto, Arturo sul trespolo in camera. Ne segue una grande dormita, interrotta da qualche incursione sopra al tavolo dove lavoro quotidianamente per qualche coccola e qualche bacio (tantissimi a dire il vero!).
Verso le 13:00 arriva il momento del mio pranzo. Ogni rumore li incuriosce: l’apertura di una confezione, la preparazione della tavola, il rumore delle stoviglie fino al borbottio del caffé!
La pausa pranzo è condivisa con giochi e passatempi che li coinvolgano e li facciano muovere, sono due gatti belli grandi ed è fondamentale farli muovere e giocare.
Il pomeriggio passa bene e soprattutto loro diventano “invisibili” e riprendono il loro lunghissimo pisolino che li porta fino a sera.
Verso le 18:30 eccoli sull’attenti, come due sfingi si avvicinano e cominciano a fissarmi. Lo sguardo che hanno in questo frangente è pazzesco, pur non essendo dotati di parola sembrano dire “Attenzione. Ci stiamo avvicinando alla sacra ora della cena…vedi di non allontanarti troppo umano e soprattutto di non fare scherzi con giretti o spese inaspettate fuori casa”!
Se non ottengono troppe attenzioni da me, si rivolgono alla mia dolce metà per vedere chi cede per primo…è una lotta serrata e che si gioca in pochi minuti. Gli “attacchi” si fanno sempre più serrati fino all’invasione dell’area di lavoro (si sdraiano e assumono l’atteggiamento più ammaliante, stiracchiandosi, chiedendo anzi imponendo una coccola e poi eccolo lì, ancora una volta lo sguardo “caro umano ti ho dimostrato il mio amore…ora pensaci tu…non è ora di cena?”.
Cerco di resistere…al massimo si arriva fino alle 19:15 ma poi cedo e preparo loro la cena. Generalmente una bella ciotola di pesce o di pollo (alicette e tonno è per entrambi il cibo preferito). Controllo che Otto, più veloce nel mangiare, non si mangi anche quello che non gli spetta.
In genere dopo la loro cena spariscono e si riappropriano delle loro postazioni per l’ennesimo meritato riposino. Ne segue qualche coccola alla quale però non rispondono, cadendo in una “catalessi” profonda e duratura.
Quando poi di notte li salutiamo per andare a letto, si manifesta la natura dei Siberiani, detti anche i gatti/cani: aprono un occhio, poi tutti e due , scendono dai rispettivi trespoli e ci accompagnano in camera dove si posizionano come due sfingi ai lati del letto. Pronti a riposarsi con noi, validi guardiani di una notte che ci accompagnerà al nuovo giorno!
Bellissimo Massimo. Divertente e piacevole