Ciascuna di noi ha un posto del cuore, un luogo, che può essere una località o un paesaggio, che la fa sentire a casa. Quando vi trovate in questo luogo se vi spunta un sorriso in faccia e la serenità si fa spazio dentro di voi facendo scattare l’entusiasmo, allora potete dire di averlo trovato.
Per me questo luogo è la Montagna, volutamente con la M maiuscola. La Montagna può risultare ostica se non viene affrontata con consapevolezza e rispetto. Può essere piena di insidie, piccole o grandi, che possono assumere il carattere di vere e proprie sfide o incubi se a viverli sono persone poco abituate alle Sue peculiarità.
E a volte potrebbe sembrare così. Prendiamo una giornata tipo sugli sci e iniziamo dai preparativi.
Sveglia presto per accaparrarsi un parcheggio vicino all’impianto di risalita (una manna quando, alla fine della giornata, con le gambe distrutte, le mani ed i piedi congelati si affronta l’ultima discesa per il rientro a casa dove non si vede l’ora di arrivare per liberarsi dalla morsa degli scarponi che hanno dichiarato guerra alla circolazione sanguigna).
Poi colazione abbondante che, oltre ad essere una reale necessità considerata l’intensa giornata che ci aspetta, è un momento liberatorio: non stop dunque a calorie e zuccheri tanto poi, ci autoconvinciamo, il freddo e l’attività fisica li bruceranno tutti.
Doccia energizzante e poi “vestizione”, un momento frenetico e delicato che coinvolge tutti, nessuno escluso (soprattutto se ci sono dei bambini), perché mette il gruppo davanti alle prime difficoltà dovute alla poca familiarità con il clima e l’ambiente. Nascono domande ricorrenti alle quali però, non preoccupatevi, è normale non fornire risposte precise e soddisfacenti: “Devo indossare un semplice micro-pile sopra la maglia termica oppure serve un pile più pesante?” e ancora “Basterà un paio di calze oppure è meglio indossarne due?”, “Visto che c’è il sole, uso gli occhiali oppure la maschera?”
Insomma il gruppo si confronta concentratissimo ostentando sicurezza ed esperienza anche dove non ci sono affatto, ma non datevi pensiero, in questa fase l’importante è l’entusiasmo!
Fate attenzione, però, tutte le domande che possono nascere non sono affatto improprie, anzi sono fondamentali. Ecco il mio primo consiglio quindi: essere vestiti adeguatamente è essenziale per affrontare la montagna nel modo migliore. Ricordate “Non esiste un cattivo tempo, esiste solo un cattivo equipaggiamento”!
E finalmente si parte alla volta delle piste innevate. Con fare goffo per aver indossato doppi strati di indumenti (non si sa mai, ci diciamo) si esce di casa.
Il paesaggio è favoloso, la nevicata notturna ha imbiancato gli alberi che, col sole, sembrano dorati, l’aria è pulita e frizzante.
Un profondo respiro a pieni polmoni e lo sguardo, abbandonando la maestosità del paesaggio, si sposta sul vicino parcheggio dove giace la macchina che è quasi irriconoscibile perché inevitabilmente sepolta sotto una coltre di neve. Una smorfia di sconforto ci può stare, non preoccupatevi, è legittima. Ciò che però deve accadere adesso è convincersi all’istante che è troppo presto per perdersi d’animo e che la pala in macchina c’è e quindi spalare sarà veloce.
E si parte con l’esercizio fisico. Ricordate sempre: il garage è prezioso in montagna proprio per questo!
Liberata la macchina dalla neve, si passa quindi a caricare l’attrezzatura: sci, scarponi, bastoni (tanto impropriamente quanto simpaticamente chiamati dai principianti “racchette”, ma non fatevi sentire dai maestri di sci), tavole, caschi, maschere, protezioni per grandi e piccini, il tutto moltiplicato per il numero degli entusiasti “montanari”, un trasloco praticamente.
Meno male che la colazione è stata abbondante!
Al prossimo appuntamento per l’arrivo sulle piste…
Hai prorpio ragione!!! La montagna è un posto unico, soprattutto se lo si sa apprezzare nel modo giusto e se la si frequenta in sicurezza!