Conoscete Mangalore nel sud dell’India?
Fino a qualche tempo fa parlando di Mangalore, mi sentivo in obbligo di precisare “Mangalore”, non “Bangalore”, città famosa in tutto il mondo, grazie all’informatica. L’area geografica è la stessa. Si tratta del Karnataka, una delle regioni più estese dell’India, tra Goa e il Kerala, affacciata sul mare d’Arabia. Lunghissime spiagge, ghats suggestivi con coltivazioni di tek, sandalo e caffè , foreste, risaie, e, soprattutto, siti archeologici di grande suggestione, come Hampi, fanno di questa terra, meno nota al turismo del Rajasthan, una meta tra le più interessanti dell’India. Da scoprire, prima che tutto cambi.
Un porto ben protetto: utile ai commerci e al turismo.
Oggi, Mangalore (quasi 400 mila abitanti, ben inferiore agli 8 milioni di Mumbai), città antichissima, ambita nel passato da Arabi e Portoghesi per il porto ben protetto, ideale per esportare riso e spezie, ha scoperto il turismo, grazie alle navi da crociera, che attraccano ogni giorno nel grande porto, un tempo conteso per i commerci.
Ad aspettare i crocieristi, ci sono i pullman e le guide di Lia Travels&Tours, pronti a portarli in giro in città e nei dintorni (www.liatravelsandtours.com). Prima tappa, la Saint-Aloysius Chapel, in cima a una collinetta nel centro, affrescata da un artista italiano, Antonio Moscheni, di cui ora vi parlerò. Un po’ strano visitare una chiesa cattolica prima di un tempio induista…Siete d’accordo? L’India è fatta così, di culture diverse, di religioni in apparenza in contrasto tra loro. Come noi siamo attratti dagli spettacolari e antichi templi induisti, con la stessa curiosità gli indiani varcano oggi la soglia della ST-Aloysius Chapel, opera di una grande artista italiano.
Tutto ha un perché….
A Mangalore, sono capitata per la prima volta una quindicina di anni fa sulle tracce del mio prozio, il pittore Antonio Moscheni, approdato al Saint- Aloysius College nel 1885 dalla lontana Stezzano, a una manciata di km da Bergamo, per affrescare la Cappella dedicata a San Luigi Gonzaga. Antonio, dopo aver terminato con successo gli studi all’Accademia Carrara, all’età di 35 anni, artista già noto, aveva abbandonato gloria e parenti, per entrare nella Compagnia di Gesù. In famiglia si parlava spesso di lui, ogni tanto qualche giornalista ne scriveva sul quotidiano l’Eco di Bergamo, ma nessuno era mai giunto fino a qui, per vedere le sue opere indiane. Nel 2005, anno del centenario della morte, avvenuta a Kochi nel 1905, decido d’includere Mangalore nel mio viaggio indiano.
“Che effetto le fa essere la discendente del Michelangelo indiano?”
La prima domanda dei giornalisti al mio arrivo a Mangalore, mi lascia senza parole. Non ero preparata a un tale paragone e neppure al corrente che il governo indiano avesse stampato quattro francobolli con i teleri del Moscheni…
Il pittore bergamasco mi conquista fin dal primo momento. Nel refettorio del College, dove la vista spazia sulla città, risaltano le tele dell’artista eseguite apposta per la grande sala da pranzo. Un paio mi colpiscono in particolare, quella con l’alzata in cristallo traboccante di torroncini su cui si legge “Cremona”e una seconda con il classico panettone lombardo. L’Italia sempre nel cuore, con tradizioni e ricorrenze…Il capolavoro sono però gli affreschi all’interno della St-Aloysius Chapel, dove tutto rivela la qualità dell’arte italiana e la grandezza dell’artista Moscheni.
Oggi, a distanza di 15 anni, la St-Aloysius Chapel con gli affreschi restaurati a meraviglia, registra oltre 40mila visitatori annuali da tutto il mondo, di tutte le religioni, musulmani compresi, oltre a un interessantissimo museo di storia locale.
Le mie impressioni su Mangalore
Mangalore è una città vivace, dove nuovo e tradizione si mescolano in armonia. E’ l’immagine dell’India di oggi, quella che avanza, senza abbandonare il passato.
La chiamano la “culla della banking industry”, perché la Corporation Bank e la Karnataka Bank hanno qui il loro quartier generale, ma anche “culla dell’educazione”. I suoi collegi universitari sono tra i più gettonati dell’India. Solo il St-Aloysius conta oggi 15.000 allievi, tra liceo e facoltà universitarie, con molti studenti provenienti dai paesi del Golfo. Tra le tante attività della città, una delle più importanti è la pesca. Basta non essere pigri e arrivare al vecchio porto verso le 6,30 del mattino per godersi l’arrivo dei pescherecci con l’asta del pesce. Ne vale la pena.
Girare nelle viuzze del vecchio centro, intorno al mercato giornaliero di frutta e verdura, è un vero piacere. Si scoprono negozietti incredibili, come Mahalaxmi Thread con le sue migliaia di bordi per top e calzoni, decorazioni e stoffe, frequentatissime gioiellerie, i Saree Palace, sempre prediletti per le occasioni speciali. Non mancano i nuovi mall, gelaterie, come l’Ideal (Mangalore è famosa in tutto il Karnataka per i gelati, soprattutto di lycees) ristorantini piacevoli frequentati dai professionisti a mezzogiorno, piccoli chioschi dove si vende lo street food. Cuore della città, Car Street, dominata dal Venkataramana Temple, con tre secoli di storia alle spalle, dove a gennaio o febbraio si celebra il Car Festival. Momento culminante è la giornata dedicata al lancio delle polveri colorate, alla musica e al ballo. Un inno alla gioia di vivere, molto sentito in India. Un invito a mescolarsi alla folla, senza paura. Da non perdere se ci si trova in città.
Nei dintorni di Mangalore, molti sono i luoghi interessanti da visitare, dall’antichissimo tempio jainista di Moodubidre, costruito nel 1430, a Karkala con l’immensa statua in pietra, sempre luogo di pellegrinaggio jainista, al Karinnjeshwara Temple, dedicato a Lord Shiva e alla moglie Parvati, in cima a una collina con vista spettacolare, dove si celebra a febbraio e marzo il festival di Shiva.
I miei luoghi del cuore.
UDUPI
60km da Mangalore. Semplice, pulsante di gente e di vita, il complesso di templi dedicati a Krishna, tanto da dare al sito l’aspetto della città tempio, è tra i luoghi più sacri dell’India. Occorre venirci da soli, senza fretta, iniziando la visita dalla stalla con le mucche….Il tempio è dedicato a Krishna, avatar bambino del grande Vishnu, di cui si vedono piacevolissime immagini qua e là. L’atmosfera è diversa da quella di tanti altri templi. All’interno della struttura più recente, come in una scatola cinese, si entra nella parte originale del 1200, con le balconate in legno intarsiate che corrono lungo il sancta sanctorum, tra argenti e candele, dove i fedeli recitano i mantra. All’esterno ci si ferma qua e là nei negozietti, si ascoltano i canti, si chiacchiera con i pellegrini. Ecco la vera India, non toccata dal turismo.
MALPE BEACH
A sei km da UDUPI. Un villaggio di pescatori con il suo porto, semplice e pittoresco, pesci stesi a essiccare al sole, un faro bianco e rosso, una lunga spiaggia, dove fermarsi a guardare il tramonto del sole. Qualche cavallo qua e là, un traghetto per raggiungere l’isola disabitata di ST MARY’, dove sembra sia approdato Vasco De Gama. Un luogo autentico, lontano dalla folla. Sulla spiaggia si affaccia il Paradise Lagoon Spa&Resort.(sales@theparadiseisle.com) Perché non passarci una notte? Pesce freschissimo, gentilezza, ottima accoglienza, prezzi imbattibili, si può provare…
Sei bravissima Silvi. Mi hai fatto respirare l’ India che amo e rimpiango. Mariella
Un altr’anno torniamo insieme. Ce la godiamo! Un abbraccio Silv