Da quando è iniziato il campionato di calcio, le riunioni davanti alla tv per guardare tutti insieme la partita hanno preso un costante ritmo settimanale (a volte bi-settimanale). Ci si ritrova in cinque o sei, massimo otto amici, si guarda la partita e, ovviamente, si mangia. Però non è così semplice. Calcoliamo: il gioco vero e proprio inizia, di solito, alle 20,45 ma il collegamento tv scatta molto prima (discussioni-pronostici-critiche-formazioni vere o presunte-arrivo bus giocatori-spogliatoio con relativi commenti femminili) e nessun tifoso se lo vuole perdere. Impensabile metterli a tavola per una cena normale, girano, si siedono, si alzano, mangiucchiano, sempre con l’occhio fisso sul teleschermo. Poi, al segnale del conduttore, si accomodano sul divano e addio per 45 minuti, solo sbuffi, grugniti, esclamazioni di giubilo o di rabbia, imprecazioni, incoraggiamenti e commenti sull’arbitro. Alla fine del 45’ parte l’intervallo. Tutti si alzano, girellano per sgranchirsi le gambe, parlano della partita e, finalmente, dichiarano di avere una fame da lupi. Tempo per la cena, 15 minuti. Credo che tutti gli appassionati di calcio mi daranno ragione.
Data la situazione, propongo il seguente menu, attuabile anche da una padrona di casa tifosa, che non vuole perdere un secondo del match. Prima della partita, tenete a bada i vostri ospiti con aperitivo e robusti antipasti vari, freddi o caldi, che i tifosi possano consumare in piedi o seduti (basta che non necessitino di coltello). Qui i surgelati vi saranno utilissimi, come anche le gastronomie dei supermercati che ormai hanno raggiunto livelli di eccellenza (vedi Esselunga): tramezzini di prosciutto o salmone (ottimo quello marinato targato Ikea con relativa senape dolce all’aneto), pizzette, salame, focaccia di Recco al formaggio, olive ascolane ripiene, pepite di pollo fritte, foglie d’insala belga farcite con formaggio cremoso, eccetera. A questo punto metà della cena è già stata consumata. Poi, allo scattare del doppio fischietto che decreta la fine del primo tempo, servite a sorpresa il vostro piatto forte. Un primo, naturalmente, che verrà accolto con grande entusiasmo, come le famose spaghettate di mezzanotte di buona memoria. Tenete d’occhio i 15 minuti.
ORECCHIETTE FRESCHE AI CILIEGINI. Il sugo, ovviamente preparato prima, deve essere abbondante. Io, per esperienza, calcolo 100 gr. di pomodori ciliegini e 100 gr. di orecchiette fresche a testa.
Tagliate i ciliegini a tocchetti piccoli (i più piccoli in quattro e quelli più grandi in sei) e metteteli in una padella larga o, meglio ancora, nel salta pasta, con qualche cucchiaiata di olio d’oliva extravergine, sale e pepe. Lasciate cuocere a fuoco dolce per mezz’ora, aggiungete foglie di basilico spezzettate, mescolate, spegnete, coprite il tegame e lasciatelo in attesa del famoso fischietto. Riempite d’acqua la pentola per la pasta, salate e lasciate in attesa anche quella. Guardate in pace la partita ma, più o meno al 25’, schizzate per un attimo in cucina e accendete il fuoco sotto la pentola della pasta. Al 46’ l’acqua avrà raggiunto il bollore. Le orecchiette fresche cuociono in 3-4 minuti, scolatele, versatele nel salta pasta insieme ai pomodorini, mescolate bene su fiamma media, aggiungendo pepe e un filo d’olio fresco. Portate in tavola. Restano 11 minuti per assaporare un primo piatto buonissimo.
Al 46’ inizia il secondo tempo. Il menu prevede: uva bianca senza semi, dolcetti, gelatini minuscoli da ingoiare in un solo boccone, zenzero candito, stringhe di liquerizia. E al 90’…dipende: potete brindare oppure offrire una tisana di malva rasserenante.