Un festival al femminile o meglio il festival delle donne. Un numero mai visto di registe, di autrici e di attrici. Per la 77 esima Mostra del cinema a Venezia su diciotto film in concorso otto si avvalgono della regia di una donna. E, infine, un numero ancor più alto di intensi personaggi femminili. Ma i premi deludono. La giuria rovina il buon esito di questo festival, dove tutto ha funzionato alla perfezione, dal distanziamento sociale alle misure di sicurezza, alle prenotazioni online.
Un festival che si distingue per aver messo a fuoco la difficile relazioni padri-figli con film come, Padrenostro e Non odiare, Nowhere Special che racconta la storia di un uomo che prima di morire cerca chi potrà adottare suo figlio di 4 anni, e Miss Marx che affronta non solo il peso di un padre ingombrante, ma anche la condizione femminile nella società, l’infelicità di una donna impegnata nel sociale dalla tormentata vita sentimentale che non riesce a trovare un luogo dove realizzarsi come individuo.
Difficile e dura condizione femminile anche nel film The Word to Come dove due contadine del Nordest americano con un triste destino già scritto riescono a stabilire un legame intellettuale, emotivo e sensuale forte. Bravissima l’interprete Vanessa Kirby, in concorso con due film, che ha vinto la Coppa Volpi per la pellicola Pieces of a woman.
Difficile condizione femminile anche in Laila in Haifa dove, in un locale notturno si intrecciano le storie di tre donne, ognuna alla ricerca della propria indipendenza economica, emotiva che, invece, non riescono a raggiungere. Difficile condizione della donna nel film Le Sorelle Macaluso di Emma Dante, altro film ad alto tasso femminile, che racconta la storia di cinque sorelle dove la casa e la famiglia sono il loro rifugio da un mondo ostico, quasi privo di presenze maschili, ma, al tempo stesso, anche la loro prigione.
E la difficile condizione di una donna rimasta vedova in un paese ormai deserto di fabbriche e di abitanti in Nomadland che si ritrova a vivere alla giornata sul suo camper trasformato in casa, come i veri nomadi e vagare in solitudine fra vari Stati dell’America. Diretto dalla regista cinese americana Chloé Zhao e interpretato dalla brava Frances McDormand è riuscito a conquistare, fra pareri contrastanti, il Leone D’oro.
Se questo Festival parla molto di donne e poco di uomini, non dimentica però i bambini raccontando il triste destino dei ragazzi di strada di Sun Children o quello di quelli sopravvissuti all’Isis in Notturno.
Un grande omaggio alle donne anche nell’ambito di The Venice Glass week (www.theveniceglassweek.com) kermesse interazionale dedicata al vetro artistico, con la mostra a Murano Unbreakable women in Glass fino al 31 dicembre alla Fondazione Berengo Art Space (www.fondazioneberengo.org). Un tributo alla creatività e alla forza di esprimerla di sessanta artiste di tutto il mondo.
Elegante come sempre! Brava Emma!
Grazie Max
Emma Franceschini,chiara e precisa come sempre, descrive nel giro di poche righe il clima di questo Festival di Venezia al femminile e ci racconta in modo accattivante i suoi film.
Bella l’edea di accompagnare l’articolo con le foto delle elegantissime protagoniste del Festival, una ideale sfilata che ho molto apprazzato. Anna Alberici
Grazie Anna, sempre molto gentile. E sempre efficaci i tuoi commenti. Emma